Linea e segno
Collezione grafica della Fondazione Eugenio Guglielminetti.
Sabato 28 maggio 2022 alle ore 17 presso la Sede della Fondazione Eugenio Guglielminetti ( Palazzo Alfieri, corso Alfieri 375) sarà inaugurata la mostra “ Linea e segno. Opere grafiche della Fondazione Eugenio Guglielminetti”.
Quaranta opere grafiche, selezionate dalle Collezioni della Fondazione Eugenio Guglielminetti, accompagneranno il visitatore attraverso le tecniche dell’incisione su metallo, su legno e la rigorosa esecuzione di litografia, serigrafia, del monotipo su carta. Il valore del segno e il rilievo della linea costituiscono i codici delle tecniche calcografiche, offrendo agli artisti svariate soluzioni espressive personali, modulate sulla tradizione originale dell’esercizio e dello studio.
Dalle storiche accademie nazionali d’incisione, tra i due conflitti mondiali, si diramano le esperienze romane di Luigi Bartolini (Cupramontana 1892- Roma 1963), l‘efficace espressività di Mino Maccari (Siena 1898- Roma 1989), la sintesi figurativa di Lino Bianchi Barrivera ( Montebelluna 1906- Acilia 1985).
Le ricerche del Novecento propongono le luminose pagine veneziane di Virgilio Guidi (Roma 1892- Venezia 1984), le cromie di Armando Pizzinato ( Maniago 1910- Venezia 2004), l’estro di Filippo De Pisis (Ferrara 1896- Milano 1956), la stagione torinese di Felice Casorati (Novara 1886- Torino 1963) e di Enrico Paulucci ( Genova 1901- Torino 1999).
I nuovi linguaggi europei negli anni Cinquanta accostano in area milanese le esperienze di Ernesto Treccani (Milano 1920- 2009), Giuseppe Ajmone (Carpignano Sesia 1923- Romagnano Sesia 2005), la sperimentazione di Giulio Turcato ( Mantova 1912- Roma 1995), la natura organica di Ennio Morlotti ( Lecco 1910- Milano 1992), il gesto informale di Mario Bionda (Torino 1913- Penango 1985), le strutture astratte di Eugenio Guglielminetti ( Asti 1921-2006) e di Lucio Bulgarelli ( Lonigo 1932).
La contemporanea cerchia torinese dell’Accademia Albertina è rappresentata dalle raffinate opere di Giacomo Soffiantino, dalla fantasiosa figurazione di Francesco Casorati, dalla sensibilità timbrica di Romano Campagnoli, dal rigore di Vincenzo Gatti, dall’abilità tonale di Elisabetta Viarengo Miniotti, dalla sobrietà di Amelia Platone, dagli immoti spazi di Sergio Albano, dalla ricerca materica di Adriano Tuninetto.
Tra gli interpreti di autonome poetiche si annoverano Valerio Miroglio ( Cassano Magnago 1928- Asti 1991), Ezio Gribaudo, Claudio Cazzola, Giovanni Macciotta (Torino 1927-1993), Silvio Ciuccetti (Asti 1944-2015), Adriana Bottallo, Emilio Baracco, Antonio Guarene, Alfredo Negro.
Di particolare rilievo l’omaggio agli indimenticabili protagonisti del Novecento piemontese: Cino Bozzetti (Lecce 1876- Borgoratto 1949), Massimo Quaglino (Refrancore 1899- Torino 1982) , Pietro Morando (Alessandria 1889- 1980), Eso Peluzzi (Cairo Montenotte 1894- Monchiero 1985), Emanuele Laustino ( Pittsburg 1916- Asti 1988), Delfino Marengo ( Castagnole Monferrato 1909-1994).